I piatti della tradizione napoletana sono tanti e tutti da provare. Ecco alcuni piatti tipici di Napoli:
LASAGNA
A contendersi la paternità di questo favoloso piatto sono due città: Bologna e Napoli. Le sue origini, in realtà, risalgono all’antica Roma, dove con il termine “laganon” e “laganum” i romani indicavano una sfoglia sottile ricavata da un impasto a base di farina di grano, che veniva cotto al forno o direttamente sul fuoco.
Nella sua versione partenopea questi ingredienti sono: ricotta, unita poi alla pasta a sfoglia (o pasta all’uovo), al ragù, alle polpettine e alla mozzarella.
RAGU’
Rinomato nel mondo, è tra i primi piatti più buoni e famosi della cucina napoletana. Tradizione vuole che le nonne e le mamme si sveglino la domenica all’alba per iniziare la lunga preparazione dei maccheroni al ragù. Il sugo viene preparato non con la carne macinata ma con pezzi interi di manzo da farcire, arrotolare e chiudere come dei grossi involtini, uniti poi a costine di maiale in un tegame di terracotta basso e largo, o di rame. La cottura deve essere molto lenta, a fuoco basso e deve durare 6/7 ore.
GENOVESE
Molti si saranno chiesti: “ma se è un piatto tipico napoletano perché questo nome? Sono diverse le leggende che lo spiegherebbero. La prima risale al periodo aragonese, nel XV secolo: sembrerebbe che, all’epoca, la zona del porto di Napoli fosse gremita di bettole in cui si preparava una pietanza a base di carne e cipolla per sfamare i marinai genovesi che si fermavano con le loro navi a Napoli una volta a settimana.
PASTA E PATATE
Quella tradizionale napoletana deve essere “azzeccata”. E’ una pietanza dalle origini umili e povere si è diffusa nel Regno di Napoli nel XVII secolo. In questo periodo le patate ed i pomodori, essendo prodotti poco costosi, erano gli ingredienti prediletti dalle massaie che li utilizzavano nelle loro ricette semplici e nutrienti: tra queste c'era la pasta e patate.
PASTA E FAGIOLI
Eduardo De Filippo in "Natale in Casa Cupiello" diceva: "Io lo so che quando si fanno i fagioli in casa mia si fanno che possono bastare per tre giorni, perché ci piace di mangiarli freddi al giorno appresso, e pure riscaldati la sera..'a matina pe’merenda”. "Pasta e fasul” è un piatto con origini antiche: all’epoca dei Romani, prima dell’arrivo della pasta secca, erano già presenti le zuppe di fagioli, cucinate con ortaggi e spezie, all’interno delle quali ci si inzuppava il pane.
SOFFRITTO
Chiamato anche zuppa forte, è preparato nella stagione invernale e servito su fette di pane casereccio raffermo o utilizzato come condimento per la pasta (vermicelli in genere). Anticamente venivano utilizzate le interiora del maiale (polmone, cuore, reni, milza, trachea, cotenna, scarti carnei, lardo) - era usanza delle famiglie povere riciclare in cucina tutte le parti di questo animale -, sugo, rosmarino, peperoncino e alloro.
PUTTANESCA
Gli spaghetti alla puttanesca" o semplicemente "aulive e cchiapparielle" (olive e capperi) sono preparati con sugo, pomodoro, olio d’oliva, aglio, olive nere di Gaeta, capperi e origano.
FRITTATA DI PASTA
La frittata di pasta nasce come piatto povero dal riciclo della pasta avanzata il giorno prima. A questa si aggiungono le uova, il formaggio grattugiato, e il gioco è fatto: il risultato è un piatto semplicissimo ma squisito
‘O SCARPARIELLO
Quando i napoletani vanno di fretta e non hanno molto tempo per cucinare preparano “'o Scarpariello”. Si tratta di uno dei piatti tipici della tradizione culinaria napoletana nato in una delle zone più popolari della città: i Quartieri Spagnoli.